Nusfjord è un sorprendente villaggio di pescatori situato nell'isola di Flakstadøya, nell'arcipelago delle Lofoten, in Norvegia.
Le Lofoten sono considerate, a ragione, uno dei posti più belli del mondo da visitare, e quello che posso dire è che sono certamente il posto più bello della Norvegia. Gli scorci che si possono vedere sono di una bellezza incredibile e i villaggi sono perfettamente incastonati in uno scenario naturale incontaminato. Nusfjord fra questi villaggi è certamente unico perchè, oltre ad essere uno dei più antichi e meglio preservati, non è più abitato stabilmente, ma lo si può considerare ormai come un museo a "cielo aperto". Essenzialmente è composto da un porto molto piccolo, e da una serie di rorbu tradizionali, le caratteristiche casette rosse abitate un tempo dai pescatori.
Queste rorbu sono la caratteristica peculiare del villaggio. Per i turisti è possibile soggiornare in una di queste casette rosse, immaginando per un giorno di essere pescatori, anche se ormai non sono più spartane come quelle usate un tempo, ma sono dotate di ogni comodità.
Soggiornare quì è molto suggestivo, si può approfittare della pace e del silenzio che offrono questi luoghi, caratteristica ormai perduta nelle nostre caotiche città. Inoltre si è spettatori privilegiati dello spettacolo più bello del mondo: la natura.
Se si è fortunati, durante un viaggio in Ladakh, può capitare di assistere alla creazione, da parte dei monaci, di un Mandala di sabbia.
Il Mandala (dal Sanscrito cerchio / ciclo) a prima vista sembra una composizione artistica, è disegnato con sabbie colorate ed è molto elaborato, con forme geometriche ripetute, e colpisce gli occhi prima che la mente.
Ma è soprattutto un simbolo spirituale che rappresenta, nel Buddhismo, l'universo, o meglio il processo di formazione dell'universo dal suo centro. Assume anche un forte significato rituale: la sua costruzione rappresenta uno spazio sacro dove è facilitata la meditazione e la concentrazione, e di conseguenza il distacco dal mondo materiale.
Però lo scopo finale della creazione di un Mandala di sabbia è la sua distruzione. Formato da milioni di granelli di sabbia colorata, necessita di molto tempo per essere completato, ma inesorabilmente verrà distrutto poco dopo la sua ultimazione. Perchè?
La distruzione del Mandala rappresenta il centro della filosofia buddhista: l'impermanenza di tutte le cose. Tutte le cose di questo mondo, non importa quanto siano belle o con che intenzioni vengano fatte, sono per loro natura sempre a rischio di essere spazzate vie in un istante. Ma la forza distruttrice è anche forza che dà la vita, la morte porta sempre con se anche il rinnovamento della vita.
Un Mandala nelle prime fasi della sua creazione, da parte dei monaci del monastero di Diskit, in Ladakh:
Hiroshima, 6 Agosto 1945. Shinichi Tetsutani (3 anni e 11 mesi) amava andare su questo triciclo. Quella mattina, era in sella davanti alla sua casa, quando, in un lampo improvviso, è stato gravemente ustionato. È morto quella notte. Il padre pensava fosse troppo giovane per essere sepolto in una tomba solitaria lontano da casa, e pensando che potesse ancora giocare con il triciclo, seppellì Shinichi con il triciclo nel cortile di casa.
Nell'estate del 1985, quarant'anni dopo, il padre ha riesumato i resti di Shinichi e li ha trasferiti nella tomba di famiglia.
Questo triciclo e casco, dopo aver dormito per 40 anni nel cortile con Shinichi, sono stati donati al Museo della Pace di Hiroshima.
Non è la prima immagine dell'Africa a cui uno pensa, di solito il primato va ai safari, ma è in Africa che si trova uno dei posti più suggestivi del pianeta: il Dead Vlei.
Situato nella parte meridionale della Namibia, all'interno del Namib-Naukluft, fa parte della più vasta area chiamata Sossusvlei, e da solo vale il viaggio in questa remota area d'Africa. Era un oasi di acacie alimentata da un fiume che poi mutò il suo corso in seguito al movimento delle dune di sabbia da cui era circondata, trasformandosi in quello che si vede oggi: una vasta depressione dal fondo bianco, circondata da alte dune arancioni costellata da alberi morti di acacia dal tronco quasi nero.
Questi tre colori offrono un incredibile contrasto e gli alberi disegnano ombre gotiche sul fondo del vlei. Il silenzio totale completa l'esperienza sensoriale e spirituale intensa che questo luogo riesce ad offrire, favorendo l'immersione in una realtà peculiare che solo qui è possibile trovare.
Nella società Giapponese è abbastanza comune vedere persone che durante la pausa pranzo oppure alla sera, ad esempio sul treno, mangiano il "bento".
Non si tratta di un alimento o di un tipo di cucina ma di una scatola con coperchio divisa in scomparti che separano i cibi differenti e che si presenta in varie forme e dimensioni, confezionato in maniera molto gradevole e che può contenere infinite combinazioni di cibo, con il riso comunque sempre presente. Si possono trovare nei "bento -shop" diffusi sopratutto nelle stazioni ferroviarie (in questo caso si chiama ekiben) e negli aeroporti, oppure nei negozi di quartiere (konbini) e nei supermercati. E' ancora comunque molto diffusa l'usanza di prepararlo a casa per poi consumarlo a scuola oppure in ufficio. Viene preparato con molta cura e dedizione, in modo da risultare prima di tutto gradevole e carino (kawaii) alla vista, specialmente quando è preparato per altre persone, in modo da dimostrare rispetto e sentimenti positivi verso l'altro. Assume quindi una forte valenza simbolica e comunicativa che va al di là del puro aspetto alimentare, e che, come quasi tutto in Giappone, deve farsi rappresentante dell'armonia, della pace e dell'equilibrio.
Shanghai di notte è spettacolare, anche perchè di giorno, nelle giornate estive, è semplicemente invivibile. La temperatura è infernale, il cielo plumbeo sembra che ti caschi addosso appiattendo i colori e le ombre, l'umidità preme sul corpo fino a farlo scoppiare...
Di notte ritornano i colori delle luci al neon, che nei quartieri moderni cercano di fare concorrenza a quelle di Ginza, proponendo il solito ed unico sviluppo che accomuna tutte le grandi metropoli del pianeta. L'uscita dalla povertà e il cammino verso il benessere, impetuoso in Cina, deve sempre passare per il consumismo e i loghi delle grandi corporations, che ormai sono onnipresenti? E' propio questo l'unico sviluppo possibile?