Se si è fortunati, durante un viaggio in Ladakh, può capitare di assistere alla creazione, da parte dei monaci, di un Mandala di sabbia.
Il Mandala (dal Sanscrito cerchio / ciclo) a prima vista sembra una composizione artistica, è disegnato con sabbie colorate ed è molto elaborato, con forme geometriche ripetute, e colpisce gli occhi prima che la mente.
Ma è soprattutto un simbolo spirituale che rappresenta, nel Buddhismo, l'universo, o meglio il processo di formazione dell'universo dal suo centro. Assume anche un forte significato rituale: la sua costruzione rappresenta uno spazio sacro dove è facilitata la meditazione e la concentrazione, e di conseguenza il distacco dal mondo materiale.
Però lo scopo finale della creazione di un Mandala di sabbia è la sua distruzione. Formato da milioni di granelli di sabbia colorata, necessita di molto tempo per essere completato, ma inesorabilmente verrà distrutto poco dopo la sua ultimazione. Perchè?
La distruzione del Mandala rappresenta il centro della filosofia buddhista: l'impermanenza di tutte le cose. Tutte le cose di questo mondo, non importa quanto siano belle o con che intenzioni vengano fatte, sono per loro natura sempre a rischio di essere spazzate vie in un istante. Ma la forza distruttrice è anche forza che dà la vita, la morte porta sempre con se anche il rinnovamento della vita.
Un Mandala nelle prime fasi della sua creazione, da parte dei monaci del monastero di Diskit, in Ladakh: